
LE CICOGNE SONO MONOGAME (ALMENO IN CALABRIA)
«Ehi, fermatevi a riposare!». Le parole ci colpiscono mentre sfrecciamo sulla statale che da Taormina ci porta ad Aci Trezza, e ci vuole qualche centinaio di metri prima che un suono indistinto in mezzo al traffico venga decodificato come un invito destinato a noi.
La ragazza di colore è ferma sotto a un cavalcavia, all’ombra. Ha una bicicletta e un turbante coloratissimo in testa. Urlo a Silvia che mi precede: «Diceva a noi! Che facciamo? Torniamo indietro?». La tentazione è forte, un incontro inusuale e magari una storia da ascoltare.
Ma siamo in ritardo, ci aspettano per darci le chiavi della nostra stanza entro le cinque. Rallentiamo, tentenniamo, e poi a malincuore riprendiamo a pestare sui pedali con ritmo sostenuto.
Per un quarto d’ora penso alla ragazza sotto al cavalcavia e alla storia che non potremo mai raccontare e la mente comincia a macinare pensieri e idee come spesso accade nei tratti lunghi in cui bisogna stare in fila indiana, lungo una strada anonima, concentrati...