Da quando è nato il progetto Cicliste per Caso, Alfonsina Strada è sempre stata un po’ la nostra musa ispiratrice. Alfonsina la matta, l’unica donna a partecipare al Giro d’Italia maschile nel 1924.

Una donna che è riuscita a superare prima le proprie condizioni familiari disperate e poi i pregiudizi e i luoghi comuni. E, senza volerlo, è diventata una pioniera dell’emancipazione delle donne, il simbolo della parificazione degli sport maschili e femminili. Abbiamo voluto renderle omaggio ripercorrendo simbolicamente proprio quel Giro d’Italia del 1924, per porre l’attenzione su temi come emancipazione femminile e pari opportunità, di cui crediamo sia ancora oggi molto importante parlare.

Abbiamo fatto il nostro Giro d’Italia in due tappe: la prima da Milano a Catania nel 2016, la seconda da Bari a Milano nel 2019. In totale 3.036 km pedalati con un dislivello positivo di 24.770m. Lungo il percorso abbiamo organizzato molti eventi gratuiti per parlare di donne, emancipazione e pari opportunità attraverso l’arte, il cinema, il teatro, la musica ecc. Durante entrambi i viaggi abbiamo incontrato tante persone, tante donne e tante storie che in parte abbiamo raccontato su questo blog.

Queste storie e questi viaggi, insieme a quello in Sardegna, sono diventati anche un libro: “Cicliste per caso, l’Italia in bici sulle tracce di Alfonsina Strada” (Edicilo), che trovate in tutte le librerie e anche online.

«Dilatare il tempo, rallentarlo, starci dentro. Forse è questo il senso, per noi, di metterci in viaggio in bicicletta. Essere ancora quella bambina che ha imparato ad andare senza rotelle; essere Alfonsina quella prima volta che si è sentita padrona del mondo col vento in faccia; essere ogni bambina al mondo nel momento esatto in cui trova il coraggio di alzarsi dalla sella e scattare sui pedali veloce come il vento, più veloce dello scirocco, più veloce del maestrale».