La Valchiavenna è una terra con una natura rigogliosa, preziose testimonianze storiche e paesaggi da lasciare senza fiato. Si trova ad un soffio dal lago di Como, tra le Alpi Retiche e le Lepontine, crocevia tra i valichi dello Spluga e del Maloja.
Ha tanto da offrire agli amanti delle due ruote: percorsi ciclabili adatti alle famiglie, itinerari gravel, impegnativi tracciati MTB e, naturalmente, il mitico passo dello Spluga. In questo articolo vi descriviamo gli itinerari che abbiamo pedalato noi, con qualche consiglio e le tracce GPX. Buon divertimento!
CICLABILE DELLA VALCHIAVENNA
La ciclabile della Valchiavenna è un percorso di fondovalle che parte da Colico (CO) e arriva fino in Val Bregaglia, nel punto di confine tra Italia e Svizzera. La ciclabile si è aggiudicata il 3° premio degli Italian Green Road Awards 2022.
Noi l’abbiamo raggiunta comodamente con un paio d’ore di treno da Milano. Una volta scese a Colico, abbiamo subito cominciato a pedalare lungo il lago di Como. Qualche chilometro condiviso con il Sentiero Valtellina – che poi piega a destra verso Sondrio e Tirano – per poi essere sulla Ciclabile della Valchiavenna vera e propria.
Il percorso, di circa 40 km, risale la valle raggiungendo Chiavenna, l’antico borgo di Piuro, le belle cascate dell’Acquafraggia e il suggestivo Palazzo Vertemate Franchi, che vale decisamente la visita. Inizialmente tutto pianeggiante, non manca di qualche strappo bello impegnativo, soprattutto dopo Chiavenna.
Altre cose da non perdere sono:
- La pausa bagno al lago di Mezzola;
- Una passeggiata nel centro storico di Chiavenna, che con le antiche facciate dipinte, i portali decorati in pietra ollàre, l’affaccio sul fiume Mera è decisamente molto affascinante.
- Un pasto in uno del tipici Crotti valchiavennaschi.
- Comprare un sacchettino di Biscutin de Prost a Piuro (sono fatti con una ricetta segreta!)
Da Chiavenna poi, se avete il fisico, potete anche decidere di pedalare la mitica e impegnativa salita al Passo Spluga (2.113 m slm): 30.2 km, 1.795 m D+
MADESIMO MTB
Madesimo è una nota località sciistica, ma è anche una bella destinazione estiva per gli amanti del trekking e della bicicletta. Ci sono itinerari per ogni livello: noi abbiamo deciso di esplorare la zona con le E-MTB, ed è stata una bellissima esperienza!
Abbiamo percorso un giro ad anello di circa 30 km e 700m D+, tra prati fiori e alte vette. Partite dal centro di Madesimo, siamo salite attraverso il bosco sull’ Altopiano degli Andossi, da cui si gode di una vista che in Valle Spluga non ha eguali…guardando verso sud si può arrivare a scorgere la piana della Valchiavenna e il Lago di Mezzola. Alla propria sinistra il comprensorio della Skiarea su cui svettano altissime cime: Emet, Mater, Groppera, Stella. Sulla destra, invece, c’è il Pian dei Cavalli e alle sue spalle le cime del Tambò, del Ferrè, Piani e Quadro. Sull’altopiano ci sono anche diversi rifugi, perfetti per una sosta.
Abbiamo poi percorso il bellissimo gravel attraverso Giardino alpino Valcava fino al lago di Montespluga. Curiosità: la frazione di Montespluga dista 294 km dal litorale più vicino (Genova) ed è quindi il paese d’Italia più lontano dal mare. Da qui passa anche la Via Spluga, un sentiero escursionistico-culturale nelle Alpi centrali che da secoli unisce le due località di Thusis e Chiavenna.
Infine abbiamo pedalato su strada gli ultimi 3 km di saluta fino al mitico passo dello Spluga. Non abbiamo resistito e abbiamo attaccato il nostro adesivo (stampato con Sticker Mule) al cartello… ma torneremo sicuramente con le bici muscolari prima o poi!
A Madesimo non perdetevi una cena al Ristorante Cantinone, in inverno ristorante stellato, in estate raffinato bistrot.
COSE CHE ABBIAMO IMPARATO IN VALCHIAVENNA
Bresaola o brisaola? In Valchiavenna la chiamano brisaola, in Valtellina bresaola. I chievennaschi, che ne rivendicano la maternità, utilizzano l’etimologia originale. Infatti il suo nome deriverebbe dall’italiano arcaico “brasa”, cioè “brace”, in dialetto “brisa”, perché un tempo venivano asciugate al caldo delle braci.
I pizzoccheri come li conosciamo noi, in verità, non sono i veri pizzoccheri. O meglio, sono un’evoluzione della ricetta originaria che era, ed è ancora in Valchiavenna, a forma di gnocchetto. Infatti i pizzoccheri sono un tipo di pasta che anticamente venivano prodotti pizzicando (da cui il nome) un po’ di impasto aiutandosi con un cucchiaio e cucinati subito. La ricetta della Valchiavenna li propone di farina bianca, conditi con formaggio, patate, salvia e tanto burro.
I pizzoccheri valtellinesi invece, quelli fatti a tagliatella di grano saraceno per intenderci, sono un formato più recente. La confusione deriva dal fatto che il pizzocchero è un formato di pasta, che solo successivamente è stato associato al piatto finito.
Posti fantastici , ci andremo anche noi 4
Ci siamo stati anni fa , dobbiamo ritornarci